Il concetto di video sorveglianza partecipata nasce dalla condivisione dei principi di sicurezza urbana da parte dei Comuni e dei soggetti privati che sinergicamente possono partecipare all'installazione, alla gestione e alla manutenzione degli impianti di videosorveglianza.Tale principio è stato dal legislatore rafforzato nel decreto legge 20 febbraio 2017, n. 14, coordinato con la legge di conversione 18 aprile 2017, n. 48 e recante: “Disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città”, nonché nelle linee guida in materia.
La realizzazione di una retecapillare di punti/telecamere per la videosorveglianza, in tutto il territorio comunale, basata su diverse soluzioni tecnologiche (letture targhe, videosorveglianza di contesto, ecc.), risulta spesso gravosa anche in funzione dei costi inerenti l’impianto stesso, la creazione di infrastrutture di connettività, di alimentazione degli apparati elettronici e altro.
In una logica di leale collaborazione istituzionale, al fine di conseguire obiettivi di maggiore tutela del territorio e di rafforzamento della sicurezza urbana, è necessario proporre soluzioni alternative; iniziative in grado di rispondere alle istanze di sicurezza dei cittadini.
L’Amministrazione Comunale ha quindi inteso promuovere il ricorso a sistemi integrati/partecipati di videosorveglianza tra diversi soggetti, pubblici e privati, facendo in modo che le immagini riprese vengano rese disponibili, con varie tecnologie o modalità, alla Polizia Locale e alle altre Forze di Polizia, per le finalità stabilite dalla legge e nel rispetto della disciplina in materia di privacy.
Per raggiungere questo risultato è stato approvato uno schema di convenzione a disposizione dei soggetti interessati.
Gli stessi dovranno poi coordinarsi con il Comando di Polizia Locale per individuare quali soluzioni tecnologiche siano più adatte all’integrazione dei nuovi punti sorvegliati con il sistema di videosorveglianza comunale.
In questo modo, oltre ai naturali investimenti da parte della pubblica amministrazione in funzione della propria capacità finanziaria, sarà possibile una implementazione sinergica del sistema di videosorveglianza, attraverso meccanismi trasparenti intercorrenti tra pubblico e privato, in grado di consentire interventi mirati, laddove interessi di tutela pubblica e privata coincidano.
È evidente che questo confronto porterà certamente ad una maggiore tutela della pubblica incolumità e del patrimonio pubblico.
Sarà inoltre possibile di volta in volta integrare la mappa dei punti del territorio coperti da videosorveglianza, in modo da costruire nel tempo una road map, un piano programmatico di sviluppo sostenibile del sistema di videosorveglianza stesso che raggiungerà così livelli qualitativi rilevanti.